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Il nostro 2023

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Ore di servizio
6223
Servizi ambulanza
393
Volontari
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News ed Eventi

Spettacolo Musicale di Beneficenza

2 eventi uno alle 10:30 ed uno alle 17:30 per un unico obiettivo: raccolta fondi per sostenere il progetto MSP Read More

Bilancio di previsione 2024

Scarica i documenti contabili per l'anno d'esercizio 2024 Bilancio di Previsione Esercizio 2024 Verbale Assemblea 17 maggio 2023 Read More
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STRATEGIA DELLA CROCE ROSSA ITALIANA 2018 - 2030

“Mettere al centro l’essere umano è da sempre il nostro imperativo. Da oggi lo facciamo con nuovi strumenti, maggiore forza e unità. E con un unico importate obiettivo: assistere un numero crescente di persone che sono vulnerabili a causa dei molteplici cambiamenti sociali, economici e ambientali in atto”.

TUTELARE E PROMUOVERE L’EDUCAZIONE UNIVERSALE ALLA SALUTE E ALLA SICUREZZA DELLE PERSONE

SALUTE

PROMUOVERE UNA CULTURA DELL’INCLUSIONE SOCIALE PER UN’INTEGRAZIONE ATTIVA DELLE PERSONE IN SITUAZIONE DI VULNERABILITÀ

INCLUSIONE SOCIALE

RISPONDERE ALLE SITUAZIONI DI CRISI E DI EMERGENZA, AUMENTARE LA RESILIENZA DELLE COMUNITÀ, PUNTANDO SULLA PREVENZIONE E LA PREPARAZIONE IN CASO DI CALAMITÀ

EMERGENZE

PROMUOVERE E DIFFONDERE I PRINCIPI FONDAMENTALI DELLA CROCE ROSSA E DELLA MEZZALUNA ROSSA, I VALORI UMANITARI E IL DIRITTO INTERNAZIONALE UMANITARIO

PRINCIPI E VALORI

GIOVANE IN RELAZIONE AI GIOVANI E ALLA COMUNITA'

 

GIOVANI

VOLONTARI

Agiamo con una struttura capillare, efficace e trasparente, facendo tesoro dell'opera del volontariato

COMUNICAZIONE

Io dal retro dell’ambulanza chiedo al soccorritore accanto a me di guardare oltre il finestrino che ci separa dal vano guida, sul tablet che codice fosse, le chiedo è rosso? Con la testa annuisce. Terminata la chiamata, l’infermiere ci spiega l’accaduto, dal tono della voce e da quello che ci dice è subito chiaro che troveremo una situazione piuttosto delicata. L’autista imposta il navigatore, meno di 20 secondi e partiamo, la sirena fa da sottofondo ai mille pensieri che affollano la mia mente, cerco di ripassare tutte le procedure che mi hanno insegnato, inizio ad infilarmi i guanti e con lo sguardo focalizzo la posizione del materiale che l’infermiere nel frattempo ci sta dicendo di prendere. Io e l’altro soccorritore ci guardiamo, sono passati pochissimi minuti ma a noi sembrano interminabili, decidiamo chi prende cosa, ancora pochi istanti, e l’ambulanza si ferma, Zaino, Ossigeno, Aspiratore e DAE, ok abbiamo tutto. Il portellone si apre, ad accoglierci in strada una madre apparentemente abbastanza tranquilla, è chiaramente sollevata dal nostro arrivo, sono arrivati quegli angeli che salveranno suo figlio, ci dice “presto, fate presto”. È quello che facciamo, 2° piano, l’infermiere ci fa strada, i gradini li facciamo 2 alla volta, io continuo a ripassare le procedure come un mantra, la porta si apre, la madre ci indica di andare nella stanza che c’è in fondo a sinistra, la situazione purtroppo è subito chiara. Guardo il corpo di quel ragazzo di appena 26 anni, poi guardo l’infermiere, non ha bisogno di parlare, i suoi occhi dicono tutto. Non serviranno le procedute imparate, non servirà la volontà, ne la determinazione, ci troviamo davanti ad uno di quei casi, come ci hanno insegnato al corso, in cui il soccorritore è dispensato dall’effettuazione delle manovre di BLS, le lesioni riportate sono incompatibili con la vita. Ora non ci resta che aspettare la polizia e concentrarci sulla madre, cercando di darle il miglior supporto possibile, ma non è quello che vuole, con una mano mi spinge dalla spalla verso la stanza, continua a ripetere “presto, fate qualcosa,” non capisce perché non facciamo nulla, l’infermiere prova a spiegarglielo, ma è chiaro, che lei non è pronta per accettarlo. Razionalmente lo sapeva anche lei, non serviva un medico, o un infermiere o un semplice soccorritore, per capire che non c’era più niente da fare. Ma come fa una madre ad accettarlo? Come fa ad accettare che quelle persone, che quegli angeli che avrebbero dovuto salvare suo figlio, sono li e non fanno niente? Ci urla contro di fare il nostro lavoro, ci supplica di ridargli il suo unico figlio… è stato il servizio più straziante che abbia mai fatto. Forse avevo la presunzione di poter salvare chiunque, forse è il desiderio di ogni soccorritore, ma questo servizio mi ha dato una dura lezione: puoi imparare tutte le procedura del mondo, avere il miglior equipaggio, il miglior infermiere che ti segue e ti appoggia in ogni fase, ma ci saranno sempre delle situazioni in cui non ci sarà nulla che tu possa fare, e fa davvero male, prendere coscienza della propria impotenza. Jessika Cotadamo

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